I Magi babilonesi, Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, raggiunsero Betlemme seguendo una stella. Ancora oggi si dibatte sulla natura di quest’oggetto luminoso nei cieli di Palestina.
L’evento astronomico, così importante perché ci suggerisce l’anno di nascita di Gesù, segna fra l’altro l’inizio della nostra era e tuttora collochiamo i fatti del passato su questa linea temporale, introdotta nel VI secolo.
In precedenza i greci datavano i fatti partendo dalla prima Olimpiade di Atene (776 a.C.), mentre i romani iniziavano dall’introduzione del nuovo calendario di Giulio Cesare (45 a.C.) e poi dalla data di fondazione di Roma (753 a.C.).
Peccato che Dionigi il Piccolo, l’artefice di questa rivoluzione, commettesse l’errore di collocare la nascita del Salvatore 754 anni dopo la fondazione della città di Roma, senza peraltro che i Vangeli contengano informazioni circostanziate al riguardo.
Anche la data convenzionale del 25 dicembre fu introdotta forzatamente dalla Chiesa nel IV secolo, forse per sopperire la mancanza della festività del solstizio d’inverno, già in uso in altre religioni.
Lo sbaglio fu determinato seguendo alla lettera il Vangelo di Matteo, nel passo in cui si asserisce che il governatore della Palestina fosse ancora in vita alla nascita di Gesù, mentre Erode morì nel 4 a.C.
Lo storico Flavio Giuseppe scrisse che Erode morì dopo l’eclissi di luna avvenuta prima della ricorrenza della Pasqua, oggi correttamente datata al 13 marzo 4 a.C.
I Vangeli recitano anche che il censimento romano fu il motivo dello spostamento di Giuseppe e Maria da Nazareth a Betlemme, e quel censimento potrebbe attestarsi tra l’8 e il 6 a.C.
La logica ci induce a considerare che la nascita di Gesù sia avvenuta almeno sei anni prima della data convenzionale.
L’astro che guidò i tre Magi non era sicuramente una cometa, perché non vi sono riscontri nella documentazione dell’epoca. L’unica, quella di Halley, apparve nel 12 a.C., come diligentemente segnalato dagli astronomi cinesi dell’epoca, che invece ci informano di almeno un paio di avvistamenti insoliti nel 5 e nel 4 a.C., rispettivamente nella costellazione del Capricorno e in quella dell’Aquila.
La misteriosa stella, che a quanto pare nessuno vide eccetto i Magi (e l’unico che ne scrisse fu Matteo nel suo Vangelo), secondo l’astronomo Keplero potrebbe essere la rara congiunzione di Giove e Saturno, avvenuta nella costellazione dei Pesci, nel 7 a.C.
Questi due pianeti, conosciuti nell’antichità, rappresentano rispettivamente regalità e giustizia, mentre la costellazione era associata a Mosè: come dire che un sovrano di giustizia stava nascendo in Israele.
I babilonesi, anch’essi grandi astronomi, avevano previsto tutto questo e da Sippar partirono i Magi per rendere omaggio al futuro re.