Il rinvenimento a La Venta, all’interno del Complesso A, della cosiddetta “offerta 4”, fatta nel 1942 dall’archeologo Matthew Stirling, è considerato il più importante mai avvenuto in quell’area nucleare.
Definita anche “il Presepe”, è una composizione di sedici statuine antropomorfe (in giadeite, serpentino e arenaria) disposte in piedi a semicerchio, tutte con lineamenti asiatici e crani allungati: gli occhi sono obliqui mentre le labbra sono spesse e incurvate, come quelle della statuaria colossale; la testa di queste statuine è visibilmente deformata, richiamando la consuetudine di fasciarsi il cranio fin dalla tenerà età, per assomigliare verosimilmente alle divinità. I manufatti sono inoltre ricoperti con un pigmento rosso, solitamente utilizzato nelle sepolture.
L’intera composizione era stata intenzionalmente sepolta a sessanta centimetri di profondità, quindi ricoperta con uno strato di sabbia e diversi d’argilla. In superficie, al centro, c’erano anche tracce di un foro verticale in seguito richiuso, come se qualcuno avesse voluto verificare, a distanza di tempo, la presenza dell’offerta. Questo fa supporre che gli Olmechi avessero predisposto anche un segnale per localizzare quanto interrato.
Osservando questo straordinario manufatto pare di assistere a una specie di convegno in cui una delle statuine (l’unica scolpita con l’arenaria) assiste al passaggio di altre quattro mentre le rimanenti rimangono passive sulla scena. A completare il quadro, alle spalle del personaggio principale, ci sono sei colonnine in giadeite, forse asce oppure stele o colonne di un qualche edificio.
Ancora oggi questa stupefacente galleria è giudicata come la fantasia dei sacerdoti di La Venta. Eppure l’archeologa Betty J. Meggers e il linguista Mike Xu della Texas Christian University sono convinti che i glifi incisi sulle minuscole stele di giadeite di quel gruppo di individui orientaleggianti, conservata al Museo di Città del Messico, siano molto simili se non identici alla grafia cinese Shang risalente almeno al 1500 a.C., periodo che coincide fra l’altro con l’esplosione della civiltà madre nella Mesoamerica.
Come abbiano fatto i cinesi a raggiungere la Mesoamerica rimane difficile da spiegare, anche perché (tralasciando le rotte settentrionali) le correnti marine e il vento che attraversano il Pacifico all’altezza dell’equatore potrebbero, semmai, aver favorito la navigazione da est a ovest e non viceversa.
Insomma, sarebbe più facile sostenere che siano stati gli Olmechi a navigare in direzione dell’Asia…