La bufala degli astronauti dell’India

Condividi l'articolo

La notizia (bufala) non è dell’ultima ora ma va di nuovo segnalata, come avevo già fatto il 30 aprile 2010 in un precedente blog, poiché continua purtroppo a girare sui social e attirare l’attenzione morbosa degli utenti.

All’inizio del 2010 numerosi furono i portali italiani che ripresero un articolo pubblicato il 17 febbraio 2010 da Archeology Daily News e da All News Web in cui si dava conto della scoperta di pitture rupestri preistoriche all’interno di una grotta in una remota zona dell’India (Hoshangabad, stato di Madhya Pradesh, a 70 chilometri da Raisen).

I link, fra l’altro, non sono nemmeno più attivi. Però la notizia ha continuato a girare, come dimostra per esempio l’articolo pubblicato su Times of India il17 marzo 2017.

L’immagine, a prima vista, è quella di un astronauta, di un disco volante e di un emblematico oggetto, subito interpretato come un buco nero dal quale sarebbero arrivati sul nostro pianeta i presunti alieni.

La scoperta, si legge, è di un gruppo di antropologi; un archeologo indiano, Wassim Khan, avrebbe sostenuto che quanto disegnato è del tutto anomalo e comunque discordante dall’arte rupestre preistorica che rappresenta solitamente la vita quotidiana della gente del posto.

Questa notizia, così come proposta, è un falso clamoroso.

L’articolo non fa altro che rimandare ad un sito indiano, il Rajasthan Times, e sfido chiunque ad accertarne la veridicità.

Del fantomatico archeologo non c’è traccia e non va confuso con Wasim S. Khan della Cambridge University Hospitals NHS Foundation Trust, che si occupa naturalmente di tutt’altro.

In verità, su Facebook c’è un profilo che potrebbe corrispondere a questa persona (“Young Archaeologist” presso “Directorate of Archaeology, Archives and Museums” di Bhopal), ma il fatto che segua su quel social pagine su Ufo e alieni, non depone per niente in suo favore, senza considerare che non risultano suoi studi scientifici accreditati.

Un altro profilo, stavolta su Linkedin, è quello di Waseem Khan,che non è un archeologo, ma si interessa da appassionato di antiche civiltà.

L’immagine a corredo dell’articolo è una parte di una rappresentazione recente proveniente dal Kimberly Park: in questo parco ogni anno gli aborigeni australiani ripropongono nuovi dipinti in omaggio al popolo delle Stelle, raffigurando i Wandjina, degli “esseri spirituali”.

I dipinti sono denominati  Bradshaw Patings dal nome di Joseph Bradshaw che per primo li scoprì nel 1891, nella regione del Kimberley.

L’immagine del dipinto è visibile, alle spalle del commentatore, al minuto 1:11:31 del video-documentario “Secret Space part 2 Alien Invasion” del regista Chris Everard, inserito su Youtube addirittura il 16 dicembre 2008.

Lascia un commento