Una posizione antisemita ben più marcata, rispetto all’ambasciatore Joseph Patrick Kennedy (leggi l’articolo già pubblicato), fu senz’altro quella sostenuta dal costruttore automobilistico americano Henry Ford, condensata nel suo The international Jew, the World’s Foremost Problem, un libro in quattro tomi uscito in America nel 1920, ma che già due anni dopo era disponibile nell’edizione tedesca, dalla quale Hitler prese addirittura spunto per il suo Mein Kampf pubblicato nel 1925.
Il libro di Ford, stampato in mezzo milione di copie e tradotto in sei lingue, fu distribuito in maniera capillare grazie alla rete internazionale dei concessionari della Ford Company.
Lo scritto contribuì inevitabilmente a esasperare gli animi e a inculcare l’antisemitismo nelle nuove generazioni, soprattutto negli Stati Uniti.
Nel prologo di quel libro, che in Italia fu pubblicato nel 1939 col titolo L’Ebreo internazionale, il problema più importante del mondo (nella circostanza il nome dell’autore fu trasformato in Enrico Ford), il costruttore esternava una violenta invettiva nei confronti degli ebrei:
«Il giudaismo, che si basa sull’impiego sagace della formula profondamente saggia del ‘Divide et impera’ ha compiuto in gran parte l’opera sua tendente a dominare il mondo intero. Non solo il giudaismo ha saputo convertire tutti i popoli in nemici irriconciliabili, gli uni degli altri, ma i popoli stessi hanno dovuto lottare ferocemente fra di loro e sacrificare milioni di giovani vite per asservirsi al dominio economico dell’ebreo. La Grande Guerra, che fu senza alcun dubbio opera dei giudei, ha causato più morti di quanti non siano in tutto il mondo gli uomini ebrei… L’influenza ebraica non si limita solo a questioni di dominio pubblico, come il predominio finanziario e commerciale, l’assalto al potere politico, il monopolio di tutte le ‘necessità’ della vita, l’influenza arbitraria sulla stampa, ma penetra nella vita culturale delle nazioni, trasformandosi così in un problema vitale per tutti i popoli».
Ford chiosava inoltre, stavolta da buon profeta, che «Presto o tardi un paese qualunque darà alla questione ebraica una soluzione pratica e ciò automaticamente renderà la questione stessa più acuta per le altre nazioni. Ogni popolo dovrà allora decidere da sé se, per coscienza di razza, preferirà prender parte alla lotta per le supreme ragioni dell’ordine, del benessere e della lealtà o se vorrà lasciarsi ridurre in catene dall’ebreo e vivere in discordia, in povertà, in slealtà». L’autore identificava nell’influenza ebraica la causa principale del crollo del Secondo Reich, sostenendo che gli ebrei controllavano la vita industriale e la stampa della nazione.
La condotta antisemita dell’industriale di Detroit, fondatore nel 1902 della Ford Motor Company, l’azienda di automobili che introdusse per prima lo standard della catena di montaggio, che lo rese milionario, si era già palesata qualche anno prima, quando aveva acquistato il settimanale The Dearborn Independent, la cui direzione fu affidata al suo segretario personale Ernest G. Liebold, a lungo sospettato di essere una spia tedesca.
Le pagine della rivista furono infatti utilizzate per divulgare essenzialmente materiale antisemita, compresi i cosiddetti Protocolli dei Savi di Sion, un documento segreto attribuito a una setta ebraica che avrebbe mirato alla conquista del mondo.
In realtà si tratta di un falso clamoroso, realizzato di sana pianta dai servizi segreti russi all’inizio del Novecento per diffondere l’odio nei confronti degli ebrei, come denunciato dal giornalista Philip Perceval Graves sulle pagine del Times nel 1921.
L’impero russo, sul finire del XIX secolo, ospitava la più grande comunità di ebrei al mondo. In seguito a continue repressioni antisemite (i famigerati Pogrom), quasi due milioni di ebrei furono costretti a emigrare verso gli Stati Uniti.
La compilazione del falso documento cui si è fatto cenno, rientra a pieno titolo nella politica zarista espressa all’epoca, tesa a esacerbare gli animi e convincere la gente a scacciare dal territorio gli indesiderati.
L’altissima considerazione che nutriva Hitler nei confronti di Ford, nonostante i due non si siano mai incontrati, permise al costruttore di fregiarsi della massima onorificenza del Terzo Reich riservata ai cittadini stranieri, in altre parole la Gran Croce del Supremo Ordine dell’Aquila Tedesca, concessa dal Führer nel 1938 e consegnata dal console tedesco a Cleveland.
Hai letto un estratto del libro “Le finanze occulte del Führer”, Edizioni Aurora Boreale, ottobre 2023.