Con l’articolo di oggi, il quarto, termino di occuparmi degli Hohokam,la cultura ancestrale stanziata nel Sud-Ovest degli Stati Uniti fino alla metà del XV secolo della nostra era.
Trovate gli articoli precedenti ai seguenti link:
2 – Maestri delle acque;
3 – I campi da gioco degli Hohokam.
Per chi volesse approfondire, vi rimando alla lettura del libro Quelli che vennero prima (Cerchio della Luna, 2015).
Le abitazioni degli Hohokam, inizialmente dislocate in piccoli villaggi lungo il corso dei fiumi, da grandi case a fossa rettangolare che erano, si trasformarono dal VII secolo d.C. (che corrisponde al supposto periodo di costruzione dell’efficiente sistema di canalizzazione delle acque): si iniziò a scavarle sotto il livello del terreno, munite di pavimenti e con un focolare all’ingresso. Le dimore erano costruite con canne e fango, raggruppate fino a quattro unità attorno alla piazza centrale: potevano ospitare una ventina di persone, forse una famiglia allargata di parenti.
Uno dei maggiori centri fu Snaketown (“La città del Serpente”) che da villaggio agricolo divenne sempre più una cittadina denotante molti elementi in comune con quelle del Messico centrale. Come in Mesoamerica, queste case erano raggruppate attorno a una piazza, diversamente dai pueblos adiacenti tra loro degli Anasazi.
Gli scavi condotti nel secolo scorso indicarono che l’agglomerato fu abitato dal 300 a.C. al 1050 d.C.
La cittadina raggiunse l’apice all’inizio dell’XI secolo, diventando sempre più un centro d’aggregazione anche per le zone limitrofe. Qui c’erano almeno due campi per il gioco della palla, una sessantina di tumuli di rifiuti e una piazza centrale. In uno di questi campi, lungo cinquantasei metri e largo diciannove, furono rinvenuti anche tre segnapunti in pietra, dislocati al centro e alle estremità, e alcune figurine che potrebbero raffigurare giocatori con protezioni in corrispondenza di spalle e ginocchia.
Per l’archeologa Beatriz Braniff Cornejo “è possibile che Snaketown fosse allora il centro commerciale di distribuzione del turchese, associato a élite mesoamericane e hohokam evidentemente convertite in commercianti […] Il turchese comincia a comparire in Mesoamerica sin da tempi molto antichi (1000 a.C.) in Michoacan […] [il pappagallo ara] che proviene dalle coste tropicali della Mesoamerica (Veracruz, Chiapas e Oaxaca) fa la sua comparsa a Snaketown in epoca molto antica (200-350 d.C.) ma è particolarmente abbondante tra il 700 e il 900 d.C.”.
Un altro sito notevole della cultura hohokam fu quello denominato Casa Grande, che con altri limitrofi occupava la valle del Gila. Il nome trae origine da una casa a quattro piani circondata originariamente da mura di adobe, che secondo le tradizioni tramandate dagli Akimel O’odham fungeva da residenza al governante Sial Teu-utak Sivan (“Guida del Verde Mattino”).
Questo edificio presenta la particolarità che i due bordi di una finestra tonda, al piano superiore, si allineano con il sole che tramonta al solstizio d’estate. Secondo Frank Joseph “gli allineamenti noti alla Grande Casa includono il tramonto della luna al minimo nord, al minimo sud e alle massime declinazioni settentrionali; il tramonto dell’estate e i solstizi d’inverno, e il tramonto all’equinozio di primavera e d’autunno. Gli archeologi sospettano che il tempio originariamente fosse caratterizzato da ulteriori allineamenti, ma il sito è troppo rovinato per ulteriori determinazioni”.
Anche qui, già durante gli scavi della prima metà del XX secolo, tornarono alla luce numerosi tumuli di rifiuti o a piattaforma, un campo per il gioco della palla e centinaia di sepolture. Importanti scoperte interessarono gli scavi recenti, per esempio di altri campi e migliaia di manufatti.
Casa Grande, stando alle stratificazioni, era già abitata nel VI secolo d.C. e crebbe d’importanza cinque secoli dopo in concomitanza con l’abbandono di Snaketown. Oggi gran parte del sito archeologico, pur intatto, risulta sotterrato per via delle attività agricole e commerciali.
Un terzo sito di rilevante importanza è certamente Mesa Grande, un centro già abitato agli albori della cultura hohokam. A differenza degli altri, qui si è cominciato a scavare tardi, appena una ventina d’anni fa. Tra le rovine, in completo stato d’abbandono, si può ammirare un grande recinto in adobe e un tumulo a piattaforma.
Anche la località di Los Hornos fornisce uno spaccato interessante della cultura hohokam. Il sito prese avvio nel 400 d.C., e da lì si espanse sulla scia di una serie di canali d’irrigazione. Fu abbandonato, similmente ad altri siti, nel XV secolo.
Anche qui un campo da gioco, una grande piazza centrale e, soprattutto, una necropoli dove si praticava già la cremazione dei defunti. Gli Hohokam, che inizialmente prediligevano il seppellimento, almeno dal 700 d.C. passarono a questa tecnica, già in uso alla vicina cultura patayan, ma anche a quelle mesoamericane. Solo a Snaketown sono stati rinvenuti almeno otto crematori. Dai responsi archeologici, le ceneri dei defunti, anche duecento anni dopo, venivano ancora regolarmente conservate in contenitori di ceramica o collocati in fosse poco profonde, accompagnate da figurine d’argilla di cani e uomini e donne nude.
L’archeologo Stephen Plog è convinto che il rito della cremazione si sia diffuso assieme alla costruzione dei campi per il gioco della palla e dei tumuli, e che gli Hohokam abbiano sviluppato questa tecnica “con l’introduzione di offerte di manufatti rituali come eleganti tavolozze di pietra e incensieri, vasi d’argilla con effigi a simbologia animale e umana […] la costruzione di aree crematorie speciali in cui si celebravano riti di morte […]” e che la cremazione “divenne comune solo dopo il 700 d.C., anche se risulta che gli Hohokam abbiano cremato alcuni dei loro morti in periodi precedenti […] il rituale di sepoltura differenziava gli Hohokam da altri gruppi del Sud-Ovest, nel senso che furono gli unici prima del 1150 d.C. a cremare abitualmente i loro morti”.
Plog suggerisce che molti di questi cambiamenti possono essere relazionati con l’emergere di gerarchie sociali all’interno delle comunità: “queste innovazioni rivelano significative trasformazioni nella natura rituale e cosmologica degli Hohokam. I cimiteri diventato più piccoli, più frequenti e ampiamente distribuiti all’interno degli insediamenti, a sostegno della deduzione di cambiamento sociale”.
L’incenerazione rimase in uso fino al XIV secolo, in corrispondenza del periodo di decadenza precedente alla scomparsa.