Il periodo denominato per praticità “Storia antica” presenta grandi difficoltà per collocare con precisione gli eventi che pur sappiamo essere avvenuti poiché trascritti dai nostri antenati, ad esempio i periodi di regno o i fenomeni celesti.
Chi ci ha preceduto su questo pianeta preferiva regolarsi con calendari basati sul moto dei corpi celesti (prima del Sole e della Luna, poi delle stelle e dei pianeti), poiché comprendere il passaggio delle stagioni appariva indispensabile per l’agricoltura, la caccia e la regolazione delle nascite; insomma, per sopravvivere.
Sulla scorta delle attuali consolidate conoscenze, questo periodo coincide pressappoco con la fine del IV millennio a.C.
Nel 3500 a.C. assistiamo all’addomesticamento di alcuni animali in più parti del mondo, quindi in contemporanea: il gatto in Egitto, la gallina in Thailandia, il lama e il porcellino d’India in Perù.
Nello stesso periodo annotiamo un’altra casualità legata stavolta all’agricoltura, cioè la coltivazione del riso (sempre in Thailandia), quella del cotone e dei fagioli in Perù e del mais nella Mesoamerica.
Qualche centinaio di anni dopo si sviluppano le prime grandi civiltà: in Mesopotamia con il periodo Uruk II e in Egitto col periodo predinastico III.
Ma anche in India osserviamo in concomitanza la nascita della civiltà della valle dell’Indo, con gli insediamenti di Harappa e Mohenjo-daro: stando alle tradizioni proprio in questo frangente storico sarebbero stati composti i manoscritti vedici, così come risultano attestati allo stesso periodo i documenti più antichi rinvenuti nella terra dei faraoni (ad Abydos), la cui datazione col metodo del carbonio 14 non lascia dubbi.
Non sarà un caso se gli addetti ai lavori facciano risalire al 3.250 a.C. i primi tentativi di mummificazione.
Appena cent’anni dopo dobbiamo registrare l’ennesima impennata dei nostri antenati con la comparsa della scrittura cuneiforme in Mesopotamia (fanno fede i rinvenimenti a Uruk e Susa) e dei geroglifici in Egitto; con le prime forme di vita organizzata negli agglomerati urbani del Medio Oriente (importanti testimonianze in tal senso si rinvengono anche in Nubia, Palestina, Siria e Turchia); e con la costruzione di siti megalitici (Stonehenge).
È anche il periodo dell’inizio delle grandi dinastie e, guarda caso, dei conflitti che cominciano a incendiare l’umanità come il mitico Kurukshetra narrato nel poema epico Bharata (la cui stesura si può far risalire al 3.102 a.C. per gli eventi astronomici descritti).
Abbiamo notizia di una grande inondazione avvenuta nel 2900 a.C. a Shuruppak (Mesopotamia), che fa rima col mitico diluvio universale.
Tra i re della lista reale sumerica, Enmebaragesi, ventiduesimo di Kish fino al 2680 a.C., è il primo che trova credito tra gli storici grazie a un paio di frammenti di vasi rinvenuti a Nippur: meno credibili i novecento anni di regno che la tradizione gli assegna.
Per il leggendario Gilgamesh, quinto re di Uruk, dobbiamo rifarci unicamente al poema che narra della sua Epopea, francamente troppo poco, al pari del cinese Huang, l’Imperatore Giallo che avrebbe regnato tra il 2698 e il 2599 a.C.
Curioso che nello stesso periodo i faraoni si diano un gran daffare per tirar su le maestose piramidi d’Egitto.
Quella a gradoni di Saqqara, eretta all’incirca nel 2670 a.C., è attribuita al genio di Imhotep.
Sessant’anni dopo è la volta di quella di Meidum mentre alla IV Dinastia si deve la Piramide di Cheope (2570 a.C.).
Da lì a poco, qualche decina di anni, Chefren ci avrebbe stupito con la Grande Piramide e con la Sfinge, seguito da Micerino con la terza sulla piana di Giza.